I parmigiani lo chiamano “Stradone” , una via oggi abbastanza trafficata, che costeggia il centro. Ma pochi sanno che fu la prima strada Italiana ad avere, lo schema degli Champs-Élysées di Parigi.
Nel 1760 l’architetto di Corte Ennemond Alexandre Petitot, progetto’ un viale alberato con un ampia strada che sarebbe stata suddivisa simmetricamente in tre diverse parti, di cui una più ampia centrale, destinata al transito delle carrozze, e due più strette laterali, destinate al passeggio con sedili in marmo ai lati ; tra una corsia e l’altra erano previsti inoltre doppi filari di alberi: gelsi, pioppi, olmi ed ippocastani. Per rendere ancora più elegante e scenografico il viale ed accentuarne la funzione di passeggio pubblico, l’architetto progettò contestualmente anche il Casino del Caffè, che sarebbe stato edificato all’estremità orientale dello stradone, in posizione leggermente sopraelevata in corrispondenza di un angolo delle mura.
In opposizione ad esso, all’estremità occidentale (corrispondente all’attuale incrocio con strada Farini), il Petitot pianificò il posizionamento della monumentale Colonna Borbone, da lui stesso disegnata: alta circa 13 m, la colonna prevedeva in sommità un capitello ionico con volute quadrate, su cui avrebbe dovuto essere innalzato lo stemma borbonico. Quest’ultima si ruppe durante il trasporto mentre navigava sul fiume Taro e venne persa. Oggi sullo Stradone Martiri della Libertà non transitano piu’ carrozze e cavalieri, e forse un pochino del suo fascino è stato perso con le tecnologie, ma in alcuni periodi dell’anno un ricordo ai boulevard parigini lo danno ancora.